giovedì 20 luglio 2017

Epos. Chao Ge, la lirica della luce.

dal Comunicato stampa di Paola Pacchiani.

Il sole, 2001, olio su tela, cm 173x132
Sotto l’egida dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, promossa e organizzata da Segni d’Arte in collaborazione con Uniarts, l’esposizione ha ottenuto il patrocinio di Roma Capitale, della Regione Lazio e dell’Ufficio Culturale dell’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese.
Nata da un desiderio del Maestro Chao Ge, Professore all’Accademia Centrale di Belle Arti  di Pechino, condiviso dall’artista Ma Lin, da Nicolina Bianchi, critico d’arte, editore e direttore responsabile di Segni d’Arte e da Giancarlo Arientoli, antropologo e art director di Segni d’Arte, la mostra è curata da Claudio Strinati, noto storico dell’arte, e dalla stessa Nicolina Bianchi
La rassegna propone un percorso espositivo che testimonia la rilevanza nel panorama artistico contemporaneo di questo pittore, che racchiude in sé due anime: quella della tradizionale nativa Mongolia Interna, a cui è tuttora legato molto profondamente, e quella della moderna Pechino, la grande città in cui ha studiato, raggiunto i primi successi e dove tuttora continua a dipingere e ad insegnare.
In programma fino al 26 settembre Epos. Chao Ge, la lirica della luce racconta attraverso circa 80 lavori, suddivisi in due sezioni (dipinti e disegni), realizzati dal 1987 a oggi, la straordinaria storia creativa dell’artista che evidenzia la maestria con la quale domina le tecniche pittoriche (olio, tempera, disegno su tela) attraverso le quali come ricorda Strinati, egli “si spinge molto avanti nella ricerca del colore, anzi più esattamente nella ricerca del bianco quale sintesi di tutti i colori”.


Figura in arancio, 2003, tempera, cm 117x71
Cultore appassionato del Rinascimento italiano, ritrattista meticoloso e notevole paesaggista, Chao Ge è l’espressione più piena della proprio terra d’origine, quella “terra del cielo blu” così definita per la spettacolare luce che tutto vivifica.

Capace di andare a indagare l’invisibile oltre le apparenze, in particolar modo quando si sofferma sugli intensi ritratti umani dove accorpa alla fisicità delle persone quella delle cose, l’artista riversa continuamente sulla tela, con una nitidezza impressionante, le proprie emozioni e lo fa ogni volta che, novello Marco Polo, diventa osservatore e testimone attento dei complessi scenari asiatici.

"Qui sta il cuore del continente più vasto e fiero del nostro pianeta: è l’Asia Centrale, secondo la definizione che ne diede un attento studioso proveniente dall'arcipelago nipponico” - racconta il Maestro cinese -. “Questa porzione di continente, la cui matrice consiste in vaste lande selvagge, è divenuta un trasmettitore di vita per le civilizzazioni circostanti sulle quali ha infuso sempre nuovi dinamismi. Qui sono nate e cresciute le più antiche espressioni religiose dell’umanità e, a tutt'oggi, questa regione rappresenta l’antenato e la culla di tutte le religioni o, si potrebbe dire, il preannuncio delle civiltà limitrofe. Nel 1999, seguendo la mia immaginazione, ho inteso narrare e descrivere questa parte di continente....". 

Ragazza della Mongolia orientale,
2003, disegno, cm 38x27
È tuttavia evidente che, nel momento in cui ritrae paesaggi e temi che riportano alle origini, la sua arte assume quasi la forma del poema epico, “quando poi - come scrive Claudio Strinati nella sua presentazione a catalogo - dietro a certi formidabili ritratti trapelano le stelle o le montagne, si sente chiaro quel sentimento di unione universale che rende i ritratti stessi una sorta di elegia dell’umano in sé”. E questo senso di profonda umanità, per dirla ancora con le parole del curatore, “è forse il valore massimo conseguito da Chao Ge, un pittore che sa parlare sia al cuore sia alla mente, sommo tecnico e autentico poeta”.

A proposito del titolo della rassegna Nicolina Bianchi scrive: “Epos, il titolo della mostra, che secondo il termine greco, è narrare la storia di un popolo, le sue gesta, il suo importante patrimonio spirituale, tramandandone così la memoria e la sua essenziale identità, è per Chao Ge un modo di impaginare ed evocare nel dipinto la storia delle sue origini, della sua Inner Mongolia, narrandola secondo una musicale poetica di luce.

Il catalogo della mostra è edito da Segni d’Arte.

Gestione e organizzazione Complesso del Vittoriano - Ala Brasini: Arthemisia.


EPOS. Chao Ge, la lirica della luce. 
Complesso del Vittoriano – Ala Brasini
Roma, Via di San Pietro in Carcere s.n.c.
27 luglio - 26 settembre 2017

Orario apertura
Dal lunedì al giovedì 9.30 - 19.30
Venerdì e sabato 9.30 - 22.00
Domenica 9.30 - 20.30
(L'ingresso è consentito fino un'ora prima)
Ingresso libero